Legno e prodotti a base legno: e’ corretto parlare di sostenibilità?
Legno, prodotti a base legno e sostenibilità: ma come funziona quando si ha a che fare con materiali da costruzione?
Prima di usare la definizione ‘materiale sostenibile‘, occorre prima di tutto circoscrivere il tema, definendo che cosa si intende per legno. In architettura si usano per la maggior parte prodotti che richiedono lavorazioni e trattamenti, che allontanano in modo progressivo il significato di “naturalità” associato al tronco appena sbozzato. In questo senso, le case del passato realizzate con il sistema Blokbau, a tronchi sovrapposti, erano la perfetta interpretazione del concetto di sostenibilità associata al minore numero possibile di lavorazioni previste.
L’albero subisce diversi passaggi e lavorazioni, dal bosco al cantiere, che devono essere necessariamente quantificati da un punto di vista del peso ambientale, per poter esprimere un profilo ecologico completo e soprattutto corretto.
La rinnovabilità della materia prima
C’è poi il tema della rinnovabilità: un errore ricorrente è quello di considerare automaticamente “rinnovabili” anche i prodotti derivati dal legno, come un pannello massiccio tipo Xlam o un prodotto finito come un serramento.
Esistono anche dei limiti relativi alla rinnovabilità delle piantagioni, da imputarsi alla velocità massima di riproduzione, che non può essere infinita ma che sarà in funzione della specie, del clima del luogo di accrescimento e del terreno.
Non è possibile forzare a dismisura gli ecosistemi naturali alla volontà dell’uomo e mediamente la crescita accelerata delle piante va a discapito della qualità del loro legno.
Impatto ambientale ed energia grigia
Gli studi scientifici che valutano l’impatto ambientale del legno e i suoi derivati sono ancora piuttosto carenti rispetto a quelli per altri componenti del settore edilizio.
Il tema si complica ulteriormente quando il prodotto da costruzione entra a far parte di un sistema più complesso, come un edificio. A questo punto anche il peso energetico del prodotto da costruzione sarà influenzato dal tempo di permanenza e dalla modalità di inserimento ovvero di posa in opera.
Un materiale che non richiede manutenzione sarà nel lungo periodo vincente da un punto di vista dell’energia grigia conservata nell’edificio, al contrario un materiale poco durevole che richiede molta manutenzione, contribuirà negativamente.
La natura biologica del legno rende il materiale potenzialmente vulnerabile, e questo è un aspetto negativo da non sottovalutare in fase di progettazione.
Nelle facciate in legno a vista, senza alcuna protezione in copertura, è prevedibile che dopo un certo numero di anni si renda necessaria la sostituzione parziale o completa degli elementi. Tale manutenzione straordinaria andrà a ripercuotersi inevitabilmente in modo negativo sul bilancio ambientale dell’intero edificio.
Utilizzare il legno in architettura in maniera troppo disinvolta può compromettere fortemente i presupposti di sostenibilità alla base del progetto.
La posa in opera del prodotto va studiata in una strategia globale da perseguire con particolare interesse, nell’ottica di una sostituibilità e manutenzione nel corso del tempo. Una progettazione che consenta il facile raggiungimento delle diverse componenti dell’involucro edilizio sarà sicuramente vincente. Minima manutenzione e massima smontabilità sono due paradigmi che dovrebbero essere implementati dai progettisti per meglio caratterizzare le architetture in legno del futuro.
Le tecnologie innovative applicate agli involucri edilizi in legno possono rappresentare sicuramente una strada alternativa, capace di risolvere in modo più rapido e performante molti dei problemi legati oggi all’edilizia tradizionale.
Il raggiungimento dei severi standard energetici oggi richiesti dalle normative può essere soddisfatto con maggiore facilità dagli involucri intelligenti a secco legati alle tecnologie del legno.